
Che cos’è la crioterapia e a cosa serve? Tutto ciò che devi sapere
Quanto sarebbe bello fare sport non percependo lo sforzo e la fatica? E che dire poi di poter curare una lesione cutanea senza l’intervento chirurgico o di intervenire su disturbi dermatologici, quali verruche, acne, angiomi, cicatrici, neoplasie, emorroidi, melanomi (si parla di criochirurgia, meno invasiva della microchirurgia), semplicemente sopportando un po’ di freddo?
Parliamo della crioterapia estetica!!
Con la crioterapia estetica questo è possibile
Quando parliamo di crioterapia estetica, parliamo di un metodo di cura nelle mani dei dermatologi, attraverso l’applicazione di azoto allo stato liquido (-190°) per mezzo di tampone o apposito spray. In questo modo, abbassando la temperatura della lesione cutanea oltre la soglia del congelamento, si produce la distruzione delle lesioni, risparmiando le cellule sane. La guarigione è totale, non aggressiva e anche valida dal punto di vista estetico.
Molto in voga tra professionisti sportivi e non, la crioterapia estetica, se applicata sulla cute, dà una sensazione di bruciore, che il freddo anestetizza e quindi crea un effetto particolare al quale non è facilissimo abituarsi.
Inoltre, esistono delle vere “stanze del freddo” nelle quali, dopo controlli medici adeguati, gli interessati entrano in costume da bagno e protezione per orecchie, mani, piedi e vie respiratorie. Il primo passaggio avviene in una stanza a -15°, per abituare l’organismo al freddo intenso, passando quindi nella seconda stanza a -60° e finendo nella terza e ultima stanza a -110°.
Quali sono le conseguenze di questa “cura con il freddo” come era appellata dagli antichi? In primis, una ridotta sensibilità della parte trattata, seguita a volte da i sovra infezioni a causa dell’azoto, cicatrici e discronomie (cambiamenti del colore della pelle). Non si dimentichi che il freddo usato impropriamente può creare gravi effetti collaterali.
Tra gli effetti benefici si evidenziano: il rilassamenti dei muscoli, in quanto il ghiaccio è utilizzato per scioglierli; la costrizione dei vasi ematici superficiali fino a 15°, mentre sotto questo limite si instaura una vasodilatazione, che fa da auto-protezione all’organismo, una difesa che il sistema mette in atto per evitare il blocco della circolazione sanguigna.
Inoltre, l’applicazione del freddo permette al metabolismo tissutale di subire un rallentamento, in quanto le reazioni metabolico-biochimiche sono indebolite.
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Si desume che la scelta della tipologia di congelamento è fondamentale, dal momento che il raffreddamento lento potrebbe comportare effetti collaterali di maggior entità rispetto a quello rapido. Quest’ultimo comporta un raffreddamento del liquido intracellulare, che altera le proteine, gli enzimi e gli scambi trans-membranali. Con questa tecnica, la temperatura scende di 50° sotto lo zero al minuto, creando cristalli di ghiaccio tra le cellule.
Il congelamento lento, invece, non dà esiti precisi, perché nella maggior parte dei casi non è possibile controllare gli effetti che ne conseguono.
Si intuisce quindi quanto la crioterapia estetica generale sia una tecnica molto delicata, che si utilizza insieme con l’anestesia totale del paziente in particolari interventi di cardio-chirurgia, in cui la temperatura del soggetto malato scende al di sotto dei 30°. Al contrario, la crioterapia estetica localizzata è molto più semplice ed è utilizzata applicando direttamente il ghiaccio nella parte lesa per diminuire l’infiammazione ed attenuare il dolore.
Strumenti utilizzati nella crioterapia estetica
Borsa del ghiaccio, bombolette spray, sacchetti in polivinile con gelatina chimica (da conservare in freezer), refrigeranti chimici (conservabili a temperatura ambiente).
Avvertenze. La crioterapia estetica deve essere evitata nei soggetti ipersensibili al freddo, nelle persone affette da arteriopatie e da malattie per cui evitare l’insorgere di spasmi vascolari.
Di seguito alcune alternative all’utilizzo dell’azoto liquido.
Freon. Gas non molto utilizzati, però, perché ritenuti inquinanti.
Anidride carbonica. Non dà risultati eccellenti, poiché il congelamento non è sempre molto rapido.
Protossido d’azoto. Gas raramente utilizzato, dal momento che la manutenzione delle apparecchiature che lo contengono, bombole speciali ad alta pressione private di tutta l’umidità, è dispendiosa.